— 92 — privilegiò non e l’originale, ma è deturpata e falsata dalle interpolazioni, onde nei secoli XII e XIII la irretirono i presuli parentini per legittimare alcuni loro acquisti e alcuni loro usurpi. Ma non è diffidi cosa il depurarla e il tracciare le vere linee storiche del documento. Con tale critica depurazione si eruisce, che effettivamente il 24 marzo 543, il vescovo Eufrasio „curatore dei pupilli, delle vedove e degli orfani, pastore nella chiosa della B. V. M. e di S. Mauro martire“ alla presenza di Costanzo e di Lorenzo, legati imperiali di Giustiniano, del clero, dei dignitari ecclesiastici e secolari e del popolo parenti no, per comando dell’imperatore e de’ suoi legati stabiliva, che gli abitanti di Parenzo dovessero corrispondere la decima dei frutti della terra e degli animali ai canonici, ai quali poi Eufrasio donava la terza parte delle saline che la chiesa parentina possedeva nell’isola Brioni, la terza parte de’ proventi delle peschiere di Leme e la terza parte dei molini al Quieto nelle acque di Gradole. Con tale atto Eufrasio mutava l’uso delle decime in uno stretto dovere gravante il popolo di Parenzo, prevenendo l’opera dei concili e dei sinodi che appunto nel secolo VI fissarono tale dovere, persino sotto la minacia di pene canoniche, ed entrando cosi pienamente nelle vedute di Giustiniano imperatore. Tale diploma e la suntuosa basilica eufrasiana sono le prove della grande ricchezza dell’ episcopato parentino.- La chiesa di Parenzo anzi, come le altre cattedrali istriane, doveva concorrere da sola con una metà alle imposte e alle spese straordinarie per le onoranze ai legati imperiali, mentre appena l’altra metà stava a carico della popolazione di Parenzo. Il vescovo poi doveva ospitarli e di più fornire loro l’occorrente per il viaggio di ritorno alla capitale. Ed Eufrasio, che ci appare come uno fra i più grandi possessori fondiarii, fu il primo che sottosto a siffatto dispendio, con i legati di Giustiniano. 7. Riesce però non poco doloroso il constatare, che Eufrasio, uomo tanto benemerito della grandezza della chiesa parentina e della gloria dell’arte, sia stato un fanatico oppositore del papa, e riesce non meno doloroso il dover con-