— 122 — è segno di grande omaggio alla scienza. Una sola breve rottura fra vescovo e canonici si ebbe fra il 1300 e il 1305, in causa del temperamento troppo impetuoso del vescovo Bonifacio, quando i canonici presero le parti del Comune contro la signoria temporale dei vescovi parentini e stettero per i patriarchi Pietro Gerra e Ottobono de’ Razzi che avevano richiamato a più miti consigli il vescovo stesso. Bonifacio a-veva allegramente scomunicato i canonici che d’ altra parte trovarono aiuto nel patriarca. Questo screzio interno della chiesa parentina fu il maggiore e quasi 1’ unico di tutta la storia di Paronzo. 21. Anche l’arte ha lasciato buonissime traccie a Parenzo in questo periodo di morale elevamento. Lasciando da parte l’arca marmorea dei santi Mauro ed Eleuterio del 1247, buon lavoro gotico, resta a Parenzo il superbo ciborio del vescovo Ottone del 1277. Egli vi adoperò le colonne e i capitelli del ciborio eufrasiano, ma superiormente vi aggiunse il baldacchino splendido. Nelle lettere onde si intessono gli esametri della cornice, tra le forme tondeggianti latine spiccano anche le angolosità della nuova scrittura gotico-monacale, quali nunzie della nuova architettura ogivale. Il quadro dell’Annunziazione e i medaglioni dei santi parentini negli archivolti, arieggiano allo stile bizantino, ma 1' angolo acuto al termine dell’ arco e il doppio dentello testimoniano lo stile gotico-veneziano. E difatti nel secolo XIII anche nell’Istria Venezia aveva mandato i mirabili musaicisti di quella sua scuola, che istoriava di tesselli d’ oro la facciata della basilica di s. Marco. E il fatto che questi musaicisti veneziani del secolo XIII si trovarono a Parenzo a comporre il ciborio d’ Ottone, come avevano composto nell’epoca stessa a Trieste i musaici delle basiliche Mariana e di San Giusto, e a Roma quelli di s. Paolo fuori le Mura e della basilica Ostiense, è segno che nel secolo XIII, pure al rombo delle guerre e delle animosità, si apriva dolce il nido all’ arte gloriosa del musaico. Ricco ci si presenta infine il tesoro della basilica fra il secolo XI e il XIII. Nella lista degli oggetti preziosi, rubati