Fig. 49 -Galea grossa veneziana o galeazza della metà del cinquecento. nei bassorilievi del monumento a , Gerolamo Michiel al Santo di Padova. vano Invece quelle parti trasversali del telaio che comprendevano tutto il complesso dei banchi di voga -in genere dai venticinque ai trenta per lato -separati da una specie di passerella per il comando e le manovre, detta appunto corsia, la quale univa la prora alla poppa. Ed al giogo, verso la poppa, addossata la spalliera, che separava la parte più nobile ed emergente della galera, simile in tutto per funzione ed importanzà al castello o cassero dei velieri, ne meno vistosamente ornata; la quale chiamavano carnera o ten­dale, ed i Veneziani, spesso, pizzuolo nella parte estrema: mentre al giogo di prora s'appoggiava la rembata, specie di bastione o di rinforzo per gli armati e, più precisamente, per l'attacco. Particolari abbastanza evidenti, del resto, in questi affreschi; mentre, per tacer d'altre testimonianze che non ci mancano, specialmente a ,partir dal quattrocento, possono confrontarsi con quelli delle giit ricordate decorazioni della cappella Bolognini a S. Petronio (figura 20); dove, superando sempre, . beninteso, certa debolezza d'interpretazione navale e la solita sproporzione di rapporti, e del pari facile ravvisare la parte superiore, ordinariamente allo sco­perto, d'una galea, colla serie dei banchi divisi dalla corsia longitudinale, ed . il telaio del posticcio, dove si vedono i remi accoppiati a due a due per l'ar­mamento alla bireme.