151 ìSerchio. — Fiume della regione toscana. Fa un semicerchio intorno alle Alpi Apuane e va a riversarsi nel Tirreno dopo aver attraversata la Garfagnana ed il Lucchese — 112 chilometri di corso. Serpente. — Grosso serpe — Animale privo di arti, che ha corpo allungato, bocca dilatabile, lingua bifida protrattile, numerosi denti, occhi senza palpebre. Abita nelle regioni temperate e calde, sugli alberi e nell’acqua, nutrendosi di animali che assale di sorpresa ed inghiotte vivi ed interi. Sesia. — Fiume del Piemonte. — Scaturisce dalle ghiacciaie del Monte Rosa e si scarica nel Po, di contro a Frassineto, dopo un corso di 133 km. SETTEMBRINI (Luigi). — Celebre patriota Napoletano — insigne letterato e tra i più fervidi e tenaci assertori dell’idea liberale, per cui fu carcerato, condannato a morte, graziato all’ergastolo, e deportato in esilio. Rientrato in patria nel 1860, fu professore di letteratura nella R. Università di Napoli e senatore del Regno (1813-1876). Setti (Agostino). — Granatiere, medaglia d’oro. Il 21 agosto 1917, infierendo la battaglia sulle alture di' Selo (Carso), ebbe affidato un ordine da portarsi di urgenza, a qualunque costo, in trincea. Solo, sotto la tormenta del fuoco nemico, egli eseguì l’ordine con l’usato fervore, ma per via venne colpito a morte dal piombo avversario. Con sforzo supremo, il prode e fedele granatiere si trascinò carponi al Comando, consegnò il piego e spirò serenamente, assicurando con l’eroico sacrifizio il buon esito del combattimento. SETTIMO (Ruggiero). — Ammiraglio e grande patriota Palermitano — fu ministro della Guerra e Marina in Sicilia al tempo della costituzione liberale (1812); presidente del Governo e poi reggente nel 1848; esule in Malta; primo presidente del Senato dell’Italia unita e Collare del-l’Annunziata (1778-1863). Sfinge. — Mostro — Figlia di Echidna e di Tifone. Aveva la testa di donna, il corpo di daino, le ali di uceello, la coda di' drago, piedi ed unghie di leone. Si rintanava sulla montagna di Ficea, dove arrestava i passeggeri, proponendo loro di sciogliere enimmi suggeriti dalle Muse e divorando chi non li sapeva spiegare. Sibilla. — Gli antichi attribuivano alle Sibille la cognizione del futuro e il dono di predirlo. Le più famose di esse furono la Sibilla Cumana (Deifobe), che presentò a Tarquinio il Superbo i libri sibillini, quelle di Eritrea, di Delfo e la Sibilla Libica.