E sì bene è espressa questa sua forma di pietosa abnegazione, che egli riesce persino a stornare o» a smorzare il proprio duolo : non lo soffoca, è Vere, radicalmente, ma non lo aizza, non lo cura; nella fusione con le note dolorose altrui esso quasi sparisce e di sè lascia traccia nell’intonazione della poesia, nel fremito- del concetto fondamentale, in qualche espressione traditrice, sfuggita dalla pennai nella foga della passione. E quando esso fa pure sentire la sua dolente voce, è difficile precisare dove sia dominante nel pelago- delle miserie altrui 01 dove ne sia dominata (1). È fusione di elementi che un artefice raffinato compie mirabilmente e che nella sua compattezza non lascia sempre vedere la trama del disegno che si intreccia e si abbarbica ad un sentimento solo : il Dolore. Chi comprende questa fusione, ha intuito il momento più splendido del dramma personale che il Bezruc subì e domò ini pari tempo- (2). La prona convinzione nell’ineluttabilità del dolore affligge il Bezruc di un profondo- e atroce pessimismo. Egli non vede che nero, sciagure, affanni, lutti, angherie, prepotenza. Non fida in miglioramenti, nell’opera di pietà e di giustizia, in un avvenire roseo, nelle lusinghe della speranza. I concetti, di cui a preferenza si serve, non esprimono1 che fine, rovina, disperazione, morte; le luci, di cui anima i suoi simulacri, sono smorte, tetre, opache; le note, che risuonano nelle sue forti sinfonie, sono lugubri, basse, sepolcrali. Egli è il vate della « disperazione e della negazione » (3/, che non fida nemmeno nell’opera possente di Dio e preferisce l’aiuto del demonio che non temette le minacce del Signore e non (( contaminò » le labbra con la preghiera (4). -Per lui, come per il Leopardi, il piacere è una sensazione di natura ne- (1) Cfr. ]à, ed. cit. pag. no. (2) All'intuizione di questo momento artistico vagamente accenna L. N. Zvéf^NA, Petr Bezruc, « Kmen », A I, N° 37, pag. 2, Praga, 1917. (3) V. Martìnek, Petr Bezrui - in margine nového vydàni Slezskych Pisni, « Novina », A. IV, pag. 629, Praga, 1910.1911 ; concetto ripetuto poi alla lettera in tutti i suoi studi posteriori. (4) ]à, ed. cit. pag. no. * 28 *