sua malinconia non tenda a degenerare in sentimentalismo (1). Egli sa essere elegiaco, sì, sa penetrare nei tenebrori della poesia sepolcrale, crearsi una sceneggiatura con soli drappi funebri, ma non cade mai in una sterile sentimentalità, in cascaggini melense, in sdilinquimenti leziosi. Lo fa, forse, una volta, ma non ci manca anche qui la sua velata tendenza (2). Che il suo pessimismo ha anche il suo lato positivo ed il suo temperamento « moravo », malinconico- conosce anche il lato boemo, sanguigno (3). Da tanta tetraggine, da tante miserie, ingiustizie, oppressioni, sgorga pur un rivolo di reazione; un raggio sottile di sole riesce a fendere tutti i densi nuvoloni che sovrastano ad un’anima gonfia di passione e di tristezza. Db quella tempra di misantropo prono e passivo-, il quale anche nei momenti più atroci tiene immobile e secco l’occhio e comanda al cuore di non battere, alle labbra di non muoversi (4), da quella tempra, apparentemente apatica, scaturisce anche lo scatto- di reazione. Le acque stagnanti del quietismo improvvisamente cominciano a gorgogliare e mosse da nuovo impeto-, si scagliano schiumeggianti sui primi ostacoli che incontrano nel loro irresistibile andare. Il canto di morte diviene canto di duplice morte, morte degli oppressi e morte degli oppressori, morte di schiavi e morte di tiranni. Se è vero che volge al tramonto l’ultimo giorno degli inermi e dei derelitti : l’orizzonte è rosso di fiamme che cadranno anche sui petti protetti da corazze di ferro; se pur scorre (1) Contrariamente a quanto affermò Ad. VESELy, Tvdf zaslfend a odha-lend (qui s: parla di Havlàcek, ma c’è pure una forte puntata contro il Bezruc), « Frehled », A. X, pag. 629, Praga, 1911-1912. (2) A proposito di Bernard Zàr, ed. cit., pag. 53 : H. Dolezil, op. cit. « Smetana », A. Vili, N°2, pag. 20. (3) Questa distinzione di temperamento Boemo-moravo il Bezruè stesso la fa in Studie z Cafè Lustig op. cit. « Svanda Duddk », A. Vili, 6, 241. J. M. Augusta, op. cit. « Lumir », A. LIV, pag. 432 considera ciò caratteristica prettamente slava. Il critico bulgaro B. Jocov’, op. cit. « Zlatorog’ », VII, 9-10, pag. 441 e 445 distingue una «natura forte» ed una «natura passiva ». (4) Nàvrat, Praga caput regni, ed. cit. pagg. 36, 93. * 32 *