personaggi con gli stessi nomi sonanti ecc. (I). Però si tratta di casi piuttosto isolati, i quali, se mai, potrebbero venire interpretati come una predilezione del poeta per alcune sue forme e voci o quale eco spontanea di risonanze che più a lungo vibrarono in lui. Non credo sia il caso di malignare per così poco e, eventualmente, intravedervi un sintomo di esaurimento formale (2). Il nostro poeta, pure spiritualmente esaurito, con le sue continue nuove prove celebrative, decorative, dimostra di non avere disimparata l’arte di fare versi. E, tanto meno l’aveva disimparato ilio tempore. Una forma ancora di ripetizione sarebbe l’enumerazione speciale che il Bezruc fa di nomi geografici. Ci sono poesie o strofi intere (3), in cui i nomi delle regioni slesiane si delineano come in una rassegna omerica e tracciano1 tutta una carta geografica, ricca di care reminiscenze, di realtà e di miseria. Siffatte sfilate di nomi sembrano un corteo interminabile di simboli, di personificazioni care al poeta e sorte come tanti folletti dalle sfere celesti delle sue divagazioni. Ogni nome ha un. recondito significato ed ima nuda realtà; scelto senza criteri di eufemia, suona magari selvaggiamente, ma rievoca tanto i momenti emotivi, quanto il lato più reale dell’arte bezruciana. In mezzo alla verità delle loro voci anche i passi più fantastici e più protesi in alto, ridiscendono sulla terra e riacquistano parvenza umana, intima, comuni-cabile ad ogni vii verme di questo mondo. E quanta commozione non comunica loro il poeta, quanto non li fa partecipi (1) « muzové slavnych a vznesenych nàzvù » in Jd, ed. cit. pag. 114 — « ti mu2ové skvélych a vzneàenych nàzvù » in Den Palackéhc nell’ed. del 1911 di « Cesk. Bibliof. ». (2) Accenniamo a questo dubbio ipotetico perchè ci fu chi, senza essersi accorto di questa ultima forma di ripetizione, accusa già il Bezruò di essersi esaurito in quella bell’arte di ripetizione che ricordammo prima, cfr. J. Vondràcek. ed. cit. pag. 131. (3) Tosonoxice, Vrbice, Hucin, Osud, Oni a my, Sedm Havranù, Jd, Kovkop, ed. cit. pagg. 49, 62, 85, 95, 96, 103, 113, 126. * 103 *