plice, ferito nella sua arteria vitale, pieno1 di delusione e di sfiducia, senza veli e senza malintesi. Riflette fedelmente la figura dell’uomo nei vari stati d’animo che per esso ebbe a subire. 1 vaghi ed1 amari accenni ad esso sembrano delle gocce di sangue che quasi inavvertitamente siano* stillate, per lunga fila d anni, da una ferita che stentò molto a rimarginarsi. Segno che il colpo infertogli deve esser stato ben saldo e fatale. Una poesia, una poesiuola sola, anzi una sua unica strofe, è la prova non solo dell’intensità della piaga amorosa del Bezruc, ma anche di tutta la grave, lenta e penosa guarigione. Essa è « Hucin » (I). La strofe, in cui il Bezruc incluse un pallido accenno ad una sua delusione, è stata rielaborata, ritoccata, stuzzicata ben quattro volte. Nel 1899, quando apparve la prima volta, essa sonava così : Tarn nad TéS/nem, kde Lucyna Sumf, tam rostlo mé dévce. Dàvno neumi nnlovat duse ; tam jen se tfsni odifkàm. Jà mél jen srdce a trochu tèch pisnl on dii ni ve Frydku a prsteny zlaté.... na modré stranè je Huifn (2). Tale appare pure nel numero speciale (Slezsk.c |p Besedy Casu » del 1903 (3). Ma nell’edizione a (;♦< Slezské cislo » dello stesso anno, a poca distanza «ssa ha questi ritocchi : Tam nad TéSinem, kde Lucyna suini, rostlo mé dévie, co rozbilo v rumy komusi iivot. (Ty vzpominky tisni....) jà mél jen srdce a trochu téch pfeni on dùm ve Frydku a prsteny zlaté. koho si vzala? A co se mne ptàte — na modré stranè jt Huiin (‘f). pag. 38, ed i due versi della seconda strofe di Papirovy MojSl, ed. cit. pag. 21. Sopra lutto il testamento del Bezruc pubblicato da H. Bulìn, op. cit. pag. 70, ■, A. Vili, N. 1, Praga, 1903. (4) Hucin in Slezské cisto, Knihov. « Casu », N° 25, Praga, 1903. Zislo) di parte di di mesi, * 41-, *