misce dietro ad una ferrea barriera di pessimismo ,di scetticismo, di voluta apatia e insensibilità artistica. Ma quando la passione poetica trabocca schiume ggiante dalla coppa di varie e frenetiche sensazioni, egli lascia briglia sciolta all’irrom-pere dell’ispirazione, al turbinare della fantasia eccitata e coglie immagini, fissa idee e afferra sentimenti con spontaneità edt efficacia tali che comunicano direttamente il loro ardore emotivo e impressionano e affascinano a lungo. Sono eruzioni tempestive di un vulcano, che in. un momento solo* sprigiona tutti quegli orrori di fuoco, di fumo e di morte che da un pezzo teneva celati nelle sue impenetrabili latebre. In tali momenti il Bezruc è come pervaso da un furore poetico, da frenesia implacabile e, preso dalle vertigini deH’eccitamentO', sfoggia sentimenti e sbandiera immagini, che in ridda selvaggia gli erompono dal petto ansimante, dalla mente elettrizzata, dai nervi tesi e tumidi. E questo stato eccezionale di rapimento dura poco e non si ripete facilmente. Il Bezruc stesso confessa che se avesse scritto cinque poesie sul tipo di « M'arycka Mag-dónova » o di « Brutta apparizione », sarebbe finito di certo in un manicomio (1). Cessati i bollori deH’esaltazione, nel Bezruc subentra tosto uno stato di morboso quietismo, una rilassatezza penosa, che seco non porta la calma della soddisfazione, ma il risentimento di chi trascende e se ne avvede 01 la nausea dei facili appagamenti sensuali. Di qui il disprezzo di sé stesso, la derisione della propria opera ed il pentimento di avere ceduto alla pubblicità. Già nel 1901 il Bezruc si pentì di « essersi mischiato in tali verseggiamenti » e più tardi non finì di rammaricarsi di iì aver ceduto ad un momento di debolezza e di aver aperto il becco » (2). E quando realmente credette di abbandonare per sempre la poesia, scrisse quella mordace e spietata autobeffa che è il « Didus ineptus » (3). Chi non la ricorda con un senso di raccapriccio? Tenendo conto del vero periodo creativo del Bezruc, della (1) J. Gerben, op. cit. pag. 256. (2) J. Gerben, op. cit. pag. 250, 257. (3) J. Gerben, op cit. pag. 257. * 66 *