don Chisciotte dei Beschidi, riesce doppiamente espressiva per la scelta delle singole piante (1). Il paragone che fa tra sè stesso ed i boschi della Slesia è così appassionato1 che può derivare soltanto da chi veramente lo ha sentito e ripensato infinite volte (2). Il ricordo del passato che una farfalla vaga e simbolica va ridestando, sboccia da sensazioni provate in mezzo a selve di pini, larici ed abeti (3). Singole similitudini o simboli rafforzano ancor più questi fugaci «sempi. Della lentaggine, del muschio, del cacto e dei loro reconditi significati s’è già detto. Qui si potrebbe aggiungere l’esempio di « senecio vulgaris » che ricorda o simbolizza la vita umana volgente al tramonto, degli ippocastani che coi loro elmi « sembrano tanti legionari cecoslovacchi », oppure dell’anemone calpestato che significa la « ragazza violata » (4). E che dire della faccia di una donzella che è « immobile come la corteccia del pino »? (5) Conviensi dire che il Bezruc sa essere un adoratore appassionato ncn solo del popolo sle-siano, ma anche della natura slesiana (6). Seguendo ulteriormente le predilezioni e le abitudini del poeta, vien fatto di notare in lui una marcata sensibilità linguistica. Siffatta sensibilità è in perfetta corrispondenza col suo carattere e parte, oltre che da conservativismo tradizionale, da quel senso di regionalismo che nel Bezruc è l’effusione radicale dei suoi più forti sentimenti. Si esplica in eccessiva cura della vivezza e deH’originalità di lingua ed anziché affrontare un determinato problema si sminuzza in parti-colareggiamenti inorganici. Ma per carità non si pensi mica che il Bezruc sia uno di quei puristi che il De Amicis chiamerebbe « pedante », oh no! Anzi della grammatica, della stilistica e della metrica egli è un grande nemico e nello sciorinare versi (1) Jà, ed. cit. pag. 113. (2) Slezské lesy, ed. cit. pag. 125. (3) Motyl, ed. cit. pag. 33. (4) Starczk, KaStany, KonikUc, ed. cit. pagg. 153, 154, 42. (5) Krásné pole, ed. cit. pag. S7. (6) Cfr. i meschini cenni di A. Veselv, Herbáf P. Bezruce, « Lidové Noviny », N. 220, Bruna, 1924, e le singole poesie del Bezrufc edite da A. VESELy nell’op. cit. P. Bezruc básnik ecc. pag. 19 s. * 59 *