zare i più disparati elementi e vivifica tante tragedie umane. 1 suoi « Kràsné pole », « Sviadnov », M'arycka Magdónova », « Kantor Halfar », « Oni a my », « Ti a jà » ecc. non rappresenteranno sempre l’ingiustizia della Miseria slesiana? Inoltre c’è quella poderosa compenetrazione in un profondo socialismo ed in un vergineo nazionalismo, che rendono la poesia sempre attuale ed indipendente da ogni ambiente, da ogni epoca, da preconcetti e da programmi. E nella sua forma, che è sostanza intima, e nel suo stile, che è visione, intelligenza e dominio, le impressioni e le espressioni immediate di cose, di fatti e di persone acquistano continua vigoria ed efficacia, compenetrate da acume psicologico, bilanciate da dinamica plasticità. In mezzo a loro tu ti trovi di fronte alla più crudia realtà ed in pari tempo alzi il capo verso un mondo circonfuso di fantasia e di simboli. Le sue vette ti attraggono, noni ti affaticano e ti esaltano; le sue profondità non ti spaventano, ma allargano l’anima in immense contemplazioni. E ti riportano sempre nello* stato emotivo delle loro prime vibrazioni. A leggere il Bezruc non ci si stanca; a rileggerlo non si perde l’intensità delle prime impressioni; a esaminarlo par sempre di aver detto poco di lui e di aver da aggiungere qualche cosa. È un fatto : il Bezruc piace per quello che dice e come dice. Di conseguenza il suo posto d’onore fra il grande consesso dei poeti cecoslovacchi gli è già assicurato. Ivi non appare nè come pioniere nè come dùce di un determinato movimento, meno ancora come epigone e retroguardia. Alla coorte poetica degli anni '90 egli è vicino sì per forme e per ispiriti, ma da essa si stacca per l’impronta caratteristica della sua schietta personalità ed anche per il suo energico ed ostinato atteggiamento di aventinismo. Non è dei sommi che emergono maestosamente e pomposamente, ma dalle schiere incolore dei minori emerge in tutta la sua forza : bronzea statua, fiera e solitaria col dito* aito e minaccioso. * 117 *