teste si traducono allora in gridi d'animo selvaggi, ini esclamazioni piene di fiele e di sangue che si sprigionano immediatamente dalla tempesta delle passioni. Non hanno un po’ d’artifizio e serbano l’impronta della più schietta spontaneità. Se il Bezruc esclama apertamente : « Ah, come tutto è differente nei Beschidi » (1), e così tronca e finisce ima sua poesia che coi Beschidi non ha niente che fare, vuol dire che al delineamento di quanto veniva cantando il suo cuore furtivamente sanguinava stilla a stilla e ad un certo punto scoppiò e l’esclamazione finale fu la rivelatrice. Oppure se ad un certo punto di una poesia s’interrompe ed esclama : « Fermate 1 cavalli! » (2), lo fa, perchè non può più frenare la sua collera, dimentica il filo logico della narrazione ed investendosi nello sdegno dello schiavo che si vede schiacciare dal peso della carrozza signorile, si scaglia a capofitto contro l’immagine ddl'oppressore e sitibondo di sangue e di vendetta, con le bave alla bocca, grida, urla come se egli stesso fosse stato schiacciato in quel momento. E quanta amarezza, quanto cinismo e scherno non contengono questi due versi imperativi in mezzo' ad una dipintura di ambiente misero e negletto : Piangi, prega, inginocchiati — Iddio è lontano e in alto ! (3). Una particolarità ancora, di cui si serve il Bezruc nel mettere in rilievo^ un pensiero o un. concetto dominante, è la ripetizione degli stessi. Ripetizione che dal raddoppiamento di singole parole si allarga sino al ritornello metrico di parecchi versi. Nelle sue poesie si leggono parole o nomi che si susseguono con ripetizione alternata o baciata e versi interi che ricorrono al principio, alla fine o nel corso d’una strofe o d’una poesia. Siffatte ripetizioni rendono la voce più intima al cuore, più carezzevole all’orecchio1, più duratura alla mente e, d’altra parte, parlano il linguaggio umano del poeta che così sottolinea ciò che vuole fare emergere. Alla fine di (1) HandckA ves, ed. cit. pag. 10. (2) Peivald, ed. cit. pag. 58. (3) Hanys Hotehìed' ed. cit. pag. 164. * 101 *