— 38 — bili di Filippo Ottonieri, in queste e altre prose monumentali, andate a vedere come da una disposizione di scherzo, sulla linea del più corretto ragionamento, superando a quel modo che li superarono uno Shakespeare o un Goethe, i generi letterari tradizionali, si può arrivare, senz’averne l’aria, alle più alte e stupefacenti fantasie. Riandate a leggere quelle prose punteggiate come poemi. La varia dottrina, l’esperienza umana, le lunghe, battute e ribattute teorie metafisiche, conducono per incanto a scoprire paesaggi d’una latitudine infinita. Il pensiero in queste prose genera la visione e la sostiene con una sorta di procedimento dialettico che sa di magia e che, esercitandosi più che su tesi di filosofia oramai pacifiche e divenute materia di scherzo, sopra un’albeggiante, insensibile mondo poetico, arriva a resultati stranissimi, vertiginosi. Sembra di veder nascere queste aurore della fantasia leopardiana molto da lontano. Si levano