— 23 — la filosofia e il dilettantismo mistico o religioso, eludendo così bellamente una profonda difficoltà che la nostra letteratura non era riuscita a fronteggiare : quella di una formale decenza. E mentre la parola d’ordine avrebbe dovuto essere : prima scrivere, poi filosofare, in Italia la filosofia non fu che una troppo facile risorsa di quelli che non sapevano scrivere e la critica, salvo qualche eccezione, non giovò che a soddisfare le ambizioni di coloro che, non essendo abbastanza chiamati per l’arte, non mostravano alcuna nobile intenzione di rinunciarvi. Accadde che queste due attività, non trovando materia sufficiente nè degna sulla quale esercitarsi, gonfiarono della loro superbia e divennero fine a sè stesse. Essere critici e filosofi in così paradossali circostanze parve un titolo da gloriarsene. E intanto l’Italia domandava « panem et circences ». Questa povera Italia, che non era riuscita ad accordarsi colla