— 21 — smo, non poteva che fallire nel suo intento di dare all’ Italia una lirica nobile e nazionale ; e tutto quel che produsse di meglio è consegnato nelle pagine di due o tre scrittori paesani, assenti in ispirito dalla storia e da questa, come poco sentita e rappresentata, così anche mediocremente onorati. Tali sono a parer nostro i resultati effettivi di un così lungo periodo di rettorica classicista e di tronfia pedanteria. La Terza Italia, piena di boria e marcia di politica, non apprezzò per quel che valevano un Fogazzaro o un Verga, ma gustò la provincia pascoliana e magari dannunziana. E ci fu un tempo che un famigerato gazzettiere poteva passare per uno dei nostri ottimi prosatori, allorché Montecitorio non si contentava di fare la politica, ma decideva pur anche in questioni di gusto e di coltura. Poi le sorti mutarono. Da machiavellica, 1’ Italia si fece piagnona, da pagana che era, col suo Orazio in « biblioteca », cioè in