Noi amiamo i sepolcri, senz’atteggiamenti byroniani. In gioventù, abbiamo ricordi di bottiglie di sciampagna stappate su tombe etnische, venute improvvisamente in luce con tutto il tesoro conservato della loro arte misteriosa ; sepolcri d’una razza che cominciò la sua carriera col non credere nella morte. Da allora conosciamo questa eccitante curiosità di scoprire ciò che il tempo pretende di aver sepolto : la cupida poesia degli scavi condotti con religione in una terra che, per fortuna, non si concede che a noi che ci siamo nati. Con quest’umore celebrativo e giocondo vorremmo poter dire adesso qualche parola intorno a Leopardi ; uno dei nostri grandi più ineffabili e più trascurati. Un