— 22 — « taberna », diventò cristianeggiante, anzi quacquera, e il ribobolismo fu scambiato per lingua viva, la frigidità accademica, e magari la pedanteria, per suprema eleganza di stile. Tutti questi movimenti di rotazione e rivoluzione s’ intendevano assai bene fra di loro in un intento unico, che era quello di degradare al massimo la secolare dignità letteraria italiana, sperderne la memoria e le traccie, affinchè, dalla mancanza di ogni autorità e disprezzo delle più elementari esigenze di forma, gl’ infimi avessero tutto da guadagnare e i migliori venissero esclusi virtualmente. Fu allora che, non reggendo più l’artificiosa impalcatura classicista del buon Carducci e dei suoi piccoli e grandi epigoni, si vide a qual grado di rammollimento del gusto eravamo giunti. L’arte, che in un paese civile è condizione e misura di tutto, fu messa in mora e si trovò assai comodo volgere l’interesse delle nuove generazioni verso la critica,