— 101 — Santa Caterina e Guittone d’Arezzo. Ci fu un tempo che la critica erudita e la critica estetica si davano la mano, per contribuire alla formazione d’un gusto così dilettantesco che poteva conciliare l’amore dei mistici e dei rozzi primitivi con quello per gli autori comici e grassi d’un’epoca stimata di decadenza. Tutto ciò in odio ai classici. Tornando al Cinquecento, allo stesso modo che l’estetica hegeliana aveva già impedito al De Sanctis di comprendere appieno il Medio Evo e la poesia di Dante, aspettando lumi dal Pomponazzi, era troppo naturale che i suoi preconcetti di lingua lo facessero andare in secca sulla questione del culto della forma, che i cinquecentisti professavano, e della loro presunta indifferenza per il contenuto. Come se contenuto e forma non fossero la stessa cosa ! E come se quella certa forma, che avevano in mente i cinquecentisti, parente dell’ idea di Raffaello, fi-