— 82 — nostra letteratura, nel Monti, nel Perticari, finché il duttile e fecondo genio di Leopardi, con un intento similissimo a quello che aveva inspirato Dante nel De Vulgari eloquentia, e contro le barbarie del proprio tempo, non ne ricavò la sua teoria d’una lingua antica e moderna insieme, d’una lingua storica e civile, umana ed universale, che chiamò, con un termine sprezzantemente povero, « elegante ». Si vorrebbe insomma ricordare con quale spirito di fedeltà a un tanto profeta c fondatore si sia svolta e sempre ritrovata, nelle epoche sue migliori, la nostra letteratura ; correggendo uno stolto errore di coloro che, fondandosi unicamente sulla poesia di Dante, trascurandone la dottrina, fanno del dantismo antiquato o dilettantesco, con enorme pregiudizio dell’ intelligenza storica e della più elementare coltura.