— 65 — E veramente, per continuare il discorso su questo argomento, Leopardi guardò sempre all’antichità, che per lui aveva nomi precisi e si chiamò, volta a volta, Grecia, Roma o Italia primitiva, cogli occhi d’un moderno illuminato, in maniera da far capire che ciò ch’egli sospirava, nel mondo antico, non era altro infine che un tipo di civiltà ideale, e per quel tanto solo che fosse destinato a rivivere. Non per nulla il suo appassionato e mai smentito amore per l’antichità, quale fa la sua prima apparizione col Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica, è preceduto, nella parabola del suo spirito, da quel saggio di critica razionalista, pieno d’un acerbo « humour », eh’ egli scrisse a diciassette anni, sugli errori popolari degli antichi ; opera poco rilevante in sè, ma importantissima per chi voglia studiare la formazione e le origini, alquanto misteriose, dello spirito leopardiano. Il quale tutti sanno che fu uno