— 18 — mondo, venivano letti e risentiti in Europa immediatamente, e non c’era bisogno, per diffonderli all’estero, di nessuna propaganda politica. Le tragedie di Manzoni trovavano subito eco nell’alta critica accademica inglese e francese, mentre il vecchio Goethe segnalava benignamente all’ Europa, mano mano che uscivano, le opere-di questo poeta italiano, dagl’ Inni Sacri ai Promessi Sposi. Leopardi era considerato in Germania, prima che come poeta e prosatore, per i suoi scritti giovanili di filologia. Un po’ più tardi stupisce vedere Baudelaire, uno « snob » molto autorevole, prender gusto alla lettura delle opere storiche di Giuseppe Ferrari. In-somma, quantunque l’Italia non esercitasse più sull’Europa quel predominio intellettuale che in altri secoli aveva esercitato, teneva pur sempre in alto il suo nome e le sue glorie, mercè una costante, universale e capace intelligenza delle conquiste a cui le altre nazioni erano arrivate; e, se togliamo