— 142 — rettore di quadriglie aveva della guerra e della strategia un concetto ben suo e metteva sempre in bilancio un insuccesso militare e una vittoria politica. Egli non credeva che l’Italia si potesse redimere col brando e colle battaglie, tanto meno colle insurrezioni di cui teneva per principio che sono sempre un delitto, qualunque sia il loro scopo. Ma stimava cosa importantissima che dovunque, in Italia e in Europa, si verificassero fatti nuovi, ivi fosse presente una lucerna piemontese. Nessuno vide prima e più chiaramente di lui negli alti destini del Piemonte, nessuno mirò più in buona fede e con tante gloriose ragioni a piemontiz-zare l’Italia. Per fronteggiare 1’ irresistibile slancio della politica cavurriana occorreva il Mezzogiorno : nazione suscettibile e risentitissima. Quello a cui poco si badò nel ’60, quando le due opposte ondate politiche si precipitarono ad incontrarsi e si confusero, quando da una parte si