— 89 — vano di bocca impastate come confetti, nella beata incertezza di quei torpidi risvegli, non avresti più riconosciuta in lei la grande spendereccia la cui spedita e sovrana eloquenza era corsa a fiumi un giorno. Ebbe infiniti mali, infinite convalescenze. E trionfi senza numero. Ma qui comincerebbe un’altra storia : quella del secolo profano e gaio che aveva imparato a pretendere i suoi diritti dalla nostra Lingua e ad ottenerli. Ora non parliamo dei tanti incontri pateticissimi ch’ella tornò ad avere col Genio di tratto in tratto e che la facevano pentire ogni volta amaramente della sua mondana esistenza. Diciamo di uno soltanto, che fu causa della sua scomparsa. Circa un secolo fa, in uno dei suoi abituali periodi di rilassamento, la nostra vecchia Lingua viveva segregata in un decoroso e freddo palazzo dell’epoca. Era questo, a dire il vero, più un sepolcro che un ritiro. Cupi e spessi alberi lo cir- 6. - V. Cardarelli. Parliamo dell' Italia.