DI SOCIVIZCA. 229 X'ne , di cui il Padre con imponente gravità fenile mafcherò il racconto in modo , che Socivizca reftò perfuafo , che ncifun gli averte ufato tradimento . Il Pobratime fìnfe allora di andarfene a prender un caftrato dalla mandria, ch’era lontana, per far buona accoglienza al Socivizca, ed era andato veramente a chiamar i Turchi di Duvno, dodici buone miglia lontani dalla fua cafa. Paifate parecchie ore della notte , nè vedendoli mai comparire il caftrato , Sogivizca, , e tutti della famiglia del Pobratime fi mifero a dormire. Ma non potendo mai addormentarli Sogivizca, come chi prevede qualche malorcia , ii levò in piedi, e volle accendere un lumicino, ma non trovò del foco, perchè il Capo di cafa , che fa-peva quello dcvea fuccedere in quella notte loavea ammorzato, ed afcofe anche tutte le armi. Sogiviz-ca fi mi-fe in fofpetto, che colà gli ii ordifce qualche tradimento, e con furia cominciò a rintracciar le fue armi per la cafa, ma in vano . Chiedeva ad alta voce , fe alcuno fapeva additargli , dov* elleno fieno, e neifuno rifpondeva ; finché una vecchia con maniera brufca, ed intollerante gli diife „ Taci ba-3, lordo, e dormi non rifvegliar la mia fami-„ glia“. Sogivizca avea altra voglia che dormire. Teneva per buona forte fempre feco tutto 1’ occorrente per accender un lumicino, e quando fi accorfe , lo accefe. Interrogò di poi il Capo di cafa, dove fof-fero pofte le fue armi. Quefto finfe d’ignorare; ma la finta ignoranza gli cagionò la morte che a lui diede Sogivizca con un’L: accetta colà trovata . Allora una vecchia gli recò con fomma celerità tutte le fue armi, ricuperate le quali fe ne ufcì di cafa, ed in poca diftanza fi era apportato ad oflervare dove andava a terminare il tradimento del fuo Ofpite , quan-