DE’MORLACCHI, 107 §. X I. Inimicizia A gratitudine à piantate così profonde radici ne* gli animi de’Morlacchi, che non v’è cola, che maggiormente gli obblighi ad una giuda cornlpon-denza fra eifr loro . Da quefta forgente il più delle volte nafeono le loro amicizie ; dalla ingratitudine poi le inimicizie , e gli odj , che con grandiifima difficoltà il rendono eilinguibili . A’ Morlacchi fem-bra giufto il render pan per focaccia , come peniava il Moralifta Cicerone . Quella idea naturale , congiunta ad un entufiafmo di gloria fa , che nelle inimicizie, che provengono dalla ingratitudine, fi rendano preifo che ineforabili per la riconciliazione. Le inimicizie , nate per gli omicidj diverrebbono più facilmente nulle, felafuperftizione nonentraife a dar di nafo anche in quefto, per eccitar i Morlacchi alla vendetta ( a ) . Taluno li feufa con quell’ antico detto , ( a ) Credono alcuni Morlacchi, che le anime degli uccifi gridino vendetta contro gli uccifori, ed il modo di moiirar gratitudine a’morti è quello di vendicarli. Ove più, ed ove meno fi eftende quefta diabolica credenza . Si confervano delle ftorielle, che fé i Fratelli , o Parenti degli uccifi avellerò perdonato il delitto agli uccifori , di notte loro apparivano de’ fpiriti, lagnandofi della poca cura , eh’ eglino ebbero nel vendicar la loro morte. Balla la divulgazione di quelle apparizioni de’morti, perchè le diventin vere preflb i Morlacchi, laonde chi dille, ch'eift anno fatto un punto di Religione nel vendicarli, avrebbe meglio detto, ch’eflì ànno fatto un pun- O 2 „ odie- to