25* VITA co’Turchi, e mi raccontava, che per quanto il può ricordare, effo iolo ne maffacrò cencinquanta , oltre quelli , che trucidò unitamente a' Tuoi compagni . Mille uomini di queita forte vagliono per dieci mila Turchi. EiTo meritava di eifere chiamato più fé-roce di un lupo , ma vi furono degli Aiduzci più feroci ancora, e più forti, fenza per altro , che ar-rivaflero ad aifaifinar tanti Turchi, quanti Sofìvizca, e fenz’aver la fua icaltra direzione . Tuttoché però elio abbia recato de’ danni coniìderabili per le fue turbolenze allo Stato Veneto , ne rifentono al pre-fente fommo benefizio i noilri Morlacchi , che fono trattati con più umanità , e dolcezza da’ Turchi , che per Io avanti eranfi rei! intollerabili per le loro Tirranie . Così da un aggregato de’ difordini nafce talora anche l’ordine. Sarebbe nulla ottante ciò da defiderarfi, che quella razza di gente , voglio dire gli Aiduzci il eilirpaflfero una volta, il che mi fem-bra molto difficile per la ragione , che fe anch’ eilì fono le forgenti di molti difcapiti in generale ; in particolare fono le fonti perenni delle ricchezze di alcuni. Ma pria di eilirparli converrebbe, che finifse-ro i delitti, che il cangiaife f avarizia de’ Miniilri, e checeifkiTe la pazza credenza di acquiilar quafi una Indulgenza plenaria maflacrando i Turchi , come fe foifero beftie naufeanti, e non uomini , come noi . I Parocchi della Morlacchia, fe non ànno colpa nell’ infinuare alla Nazione queili pregiudizi 1’ ànno certamente nel non ifradicarli. Sed qws cujìodiet ipfos cu-Jìodesì Si credeva ne’tempi innocenti, che gli Aiduzci foiTero quelli, che tengono lontane dal Principato le armi Ottomane, e v’era la cecità di non veder, che più toilo le addoifano . Era ben noto ciò a molti iàpientiffimi Generali della Dalmazia , che fa-