234 VITA nell’anno MDCCLVIII , quando fi rtabilifce di ri«* condur Socivizca a Travnik . Si fa egli efcire di cafa , ove abitava. I Turchi lo circondano. Uno di eifi gli fi avvicinò, per condurlo a mano . Socivizca menò alcuni colpi di catena , e lo fece allontanare . Poicia gli diife con voce burbera ,». Creditu anima di „ cane, che io ila Donna , che mi vuoi condurre a „ mano? “ Montato poi da per le folo a cavallo , non permife , che all’Effendi , ch’era il Comandante, acciò lo legafie colla corda per di fotto alla pancia del cavallo iteiTo . La moglie , e i figli furono porti a cavallo anch’eifi . Gli abitanti di Sign , vedendoli in iftato così deplorabile , fecer loro qualche mica di elemofina. Querta giovò più a Socivizca, come fi vedrà in feguito , che tutte le confiderabili iumme di denaro , che avea depredato per Io avanti. Partì da Sign fcortato da’dieci Turchi , e per maggior ficurezza da quaranta de’ nortri Panduri . Il caritatevole Socivizca impiegò tutta la elemofina , fatagli a Sign, nel far un’abbondante trattamento di acqua vite per iftrada a’ Turchi . Eifi ammirano la fua cordialità, e a forza de’ brindifi alla fua falute, fi ubbriaccano a meraviglia. Oltrepaflati i Veneti confini fopra Bilibrigh, Socivizca finfedi patir freddo, e domandò qualche cofa da copririì, e torto gli fu portata una Kabanizca vale a dire un feraiuolo. Eifo aveaiì procurato, non fo in qual modo, un coltello, con cui andava tagliando poco a poco lotto la Kabanizca la corda, che Io teneva al cavallo avvinta, e gli riuicì di tagliarla tutta, fenza eilère veduto da’ Turchi . Giunfero quefti, rifcaldati più che mai dalla Rakia, verfo le ore ventiquattro alla Torre di Prologh , ( poco diftante da Bilibrigh ) ove rta Tempre un ap-poftamento Turco. Ivi nacque la contefa, fe dovef-