ii8 DE' COSTUMI E borghi, e terre, e gran Cittadì, e ville 'Ali deturpato ormai,* e il lor concetto Preflo i Padroni di Venezia e trillo. Oh vituperio! le lucenti Sciable Si dislaccia«), e i mal aguzzi fpiedi ( a ) Pofero ai fianchi lor. Se foffer quefti Campioni arditi, ed i più forti al Mondo Quando, li vede non li teme il Turco. Dunque vi prego, come miei fratelli, Ad accettar un fano mio configlio. Se un vero Nazional vi fi prefenta Fuggite agli occhi fuoi : fe alcun vi chiede La Patria, il nome, la Nazion, il luogo. Non dite mai, che Dalmatini fiete. ( b ) Se de’Falconi non avete l’ali, E voi de’cucchi il naturai prendete. Non ftiate deturpar più la Dalmazia, Ed irritar il Doge di Venezia; Perchè Dalmazia de’Falconi il nido Fu fempre, ed è : fòpra or le fìede , e impera Il Veneto Leon fuo difenfore. Ma, Prence tu, corona mia lucente, To. ( a ) I Morlacchi chiamano fpiedi le fpade degl’ Italiani. ( b ) Il Poeta veramente dice, non dite mai di effere da Gliuh-glane, eh’è lo ftefToj che afeondere il luogo nativo, eh’è la Dalmazia. Quefto luogo di Cliubgane è nella Lika . Una volta i noftri Morlacchi fprezzavano i Likani , come poltroni , adeiTo i Likani fprezzano i noftri, perchè affai più poltroni di elfi loro. Una volta ptr iftrappazzo di poltroneria correva il proverbio Li$tins\ci-yirro, Fede de' Likani » ed ora corre per proverbio iCmns\