DELLA CETTINA. i9 fenza dubbio la fua formazione alle acque , io congetturai , che in poca diltanza una qualche acqua do-veife ritrovarli , c alla purte delira mi poi; a rintracciarla. Ma qual orrore ! Che Abilfo! Quali rovine di faifi precipitati da tutte le parti all’intorno! Qual timore, che già già non precipitili degli altri , quali pendenti in aria? Quai profonda malinconia occupa lo i'pirto in quella caliginofa Spelonca? La notteilef-fa, che ci trovò in quello flato, di quanto non diminuì il coraggio de’ miei due Compagni, quali che non foife qui una notte perpetua! Io gl’incoraggi va, ed avea bifogno ai eifere incoraggito, e mentre fi avvanzammo qualche palio innanzi, udimo un romo-re di acqua, che iacea ribombare la Caverna in fuo-no, così rauco, che nient’era più opportuno, per aggiugnere triilezza a mitezza ». Ma oh prodigiofa varietà della Natura ! I miei compagni s’intimorirono di più, ed io riprefi coraggio. L’allegrezza di q-ver udito il mormorio di un’acqua fotterranea mi fece obbliare tutti i pericoli in un punto . Noi s’incamminammo a palli lenti verlo lo ilrepito, e ad ogni illante ci pareva di avere l’acqua avanti gli occhi. Ci premeva di non mettere il piede in fallo , perche in tal cafo era fuperfluo il pentimento . Di-veri! Monticelli, o per parlar co’ termini più pro-prj, banchi di fanchiglia ci fecero quai! quali tornar addietro. I miei Compagni però ebbero la bontà di farmi ilrada, ed io feguendo le loro pedate, lopra quelli pericoloii banchi, giunli alla riva di un Regio fotterraneo Fiume. Il l'uo fondo mi è fembrato con-ilderabile, e la fua quantità di acqua ballante , perchè dalla fua diramazione doveiiero riconofcere il principio le forgenti tutte della Cettina. La notre, che quivi ci fopragiunfe , non ci permife di andar C 2 più