DI S O C I V I Z C A. 253 ciò in vano per tutto il Contado di Zara , quando finalmente fu avvertito , che Socivizca iì attrovava a Oilrovizca, ove non mancò di portar/! in fretta , e lo trovò giocar a palle con un fuo compagno , fendo briachi tutti e due. 11 compagno di Socivizca re-ftò ucci/o , ed eifo fi mife a fuggire verfo la Torre del diroccato Caftello fatto fu di un faifo di una e-levata collina, ove fi rinferrò . Uno de’ Panduri lo ferì in una cofcia, ed e’ farebbefi ben volentieri arre fo , fe una quantità de’ vi Ilici ubbriachi, che ritornavano da’lavori de’fieni di Campagna , colle forche di legno non fi foifero opporti a’ Panduri , ed in tal modo procurarono Io fcampo , e la vita al Socivizca. E/To frattanto cosi ferito , coni’ era quando fi accorfe , che i Panduri più non lo circondavano , montò Sùbito a cavallo, e viaggiando fempre di notte, /lette prima per qualche giorno da un pio Pa-rocco per curar/i , pofeia fi ritirò in una Caverna fo-pra le Sorgenti dellaCettina, ch’è quella fte/fa, che io deferii!! debolmente nel principio delle mie Ó/Ter-vazioni. ivi Seguitò a curar/! per un mefe in circa . Sembrava egli il Leone ammalato nella Tana per le continue vifite, che aveva, colla differenza , che il Leone veniva vi/ìtato da tutte le Fiere , e Socivizca folamente da’ Lupi , voglio dire aifaffini iuoi pari . Ma ricuperata la primiera falute, tornò ad unire u-na dozina de’ complici più per vendicar/! del torto fattogli dell’Arambafsà de’Panduri a Oilrovizca, che per infolentare i Turchi . Era una volta co’ diveri! fuoi compagni nello Stato Ottomano, quando gli fi prefentò un Turco , che avea procurato Io fcampo ad un fuo fratello, che il trovava prefente . Socivizca , ed i compagni Io volevano morto ; fuo fratello non potendo/! dimenticar il benefizio ricevuto lo vo- lea