240 VITA nadia la porzione del Tuo bottino, ch’era Tempre maggiore di quella degli altri , per dfere flato egli l’Arambafsà, o ila Capo degù Aiduzci. Speffe fiate Socioizca fi divìdeva, da’fuoi compagni, ed alle volte per me/i interi non fi lapeva di lui. Ciò faceva credere a’Turchi , che foiTe già morto . Ma Socivizca non appettava altro, che la profpera occaiione dimak-/aerarli, e quante volte non fi efpofe effo folo contro due tre, e perfino quatroTurchi? Le meraviglie, che di lui fi contavano tra’Turchi parevano incredibili , e fi era reio moleflo a tal eccello , che i Turchi flefìi Supplicavano il PafTà di perdonar a queflo Uomo, e lafciargli in libertà la famiglia. „Uuoi tu, dicevano effi al Pafsà, che fi fpenga la Fede Maomettana?“ Il Paflà però oflinato non dava afcolto alla dicerie altrui , e per la fua oflinazione intanto foffrivano i fudditi fiioi di effe re mafiacrati. Era impedito il commercio, e neffuno con libertà poteva efeguire i propri intereflì. Ma le moleftie di Socivizca non agli aflaffini, nullaoftantc oflervano inviolabilmente il digiuno, c nori mangiano altro mai, che latticini, e pefee. I Morlac-chi che per mal fondata opinione credono quafi delitto mangiar delle uova di Venerdì, e Sabbato , fe ne ridono de’ Calogeri , perchè non mangian polli , mangiando uova , mentre dicono effi, quello è un mangiar i polli in erba, e non mangiarli maturi. I Calogeri di Dragovich fpecialmente per le buone Trote, che fi pefeano nella Cettina , mangian quafi fempre pefce , e ciò danno ad intendere di far ad oggetto di mortificarli col cibo, c per viver più fobrj,c più calli. Ma s è vero, come vogliono alcuni Filici, che il pefce fi a più tolto atto alla generazione, fi può dir col celeberrimo Montef-quieu, che i Calogeri noitri operanp contro la mente de lo' ro istitutori.