DE' MORLACCHI. 97 glia lontano. ( à ) V’ è del buon ordine in queftc iàggie diilribuzioni, nullaoiìante ciò, i Morlacchi vivono difordinatiifimamente. L’economia è bandita capitalmente da tutte le loro famiglie , e fe v’ è taluno, che intenda la utilità di queita , viene beifatto egregiamente da’ fuoi Nazionali , e piamente ad un economo ii attribuifce il peccato dell’ avarizia . Confumano le loro derrate fenza veruna regola , e mifu-ra, e ne fuccede, che i più beneftanti non arrivano alle volte alla raccolta delle nuove meifi , che non facciano qualche debito di biade . Sembra , che vogliano dimoftrar con ciò la poca fatica, che incontrano nel coltivar i loro prodotti . Ma tutti i loro di-fordini economici, a ben coiiderare, non coniìitono , che in gozzoviglie , che cominciano al tempo della raccolta de’grani, e durano fino agli ultimi del Carnovale. Di State , fe lavorano in campagna , mangiano quattro volte il giorno , ed in quello tempo ad ogni modo vi à da eifere anche del vino , altrimenti non il può lavorare. E’ naturale , che 1’eilro di Bacco li rifcaldi, onde divengono cantori , e Poeti in un tempo iiteiTo , e di ordinario non iì fente altro , che decantar Marco Kraglieuicb che per 4. me il ( a ) Una volta lo Starefcina era Padron affoluto , e Tempre il più vecchio della Famiglia. Al preferite non è più Padron affoluto, ordinariamente peraltro il più vecchio comanda . Ma fe la Famiglia fcopre, che il vecchio non è capace di fomentar la dignità di Capo di Cafa, elegge un altro , che fappia coprir un tal porto . Si depofe il pregiudizio , che folamente i vecchi fanno dirigere, e fi vide, che non è l’età alle volte, che fa 1’ uomo. ( b ) Queito è un nome, che per lo più fi fente decantare da,’ N Mor-