DE’ MORLACCHI* 205 i9 fame, e peftilente. Nel illenzio della notte, il ,, Tuono di ferro , e fe afcoltaili con più diligenza „ rifuonava lo ftrepito delle catene, prima più lun-,, gi poi vicino/ dippoi compariva una immagine „ vecchia, macilente, e lorda, colla barba negletta , ,, con orrida capigliatura, co’piedi in ceppi , nelle „ mani portava le catene, e Crepitava. Pofcia que-„ gli fteifi, che non abitavano, paifavano pel timo-3, re le notti melanconiche, e crudeli:u ( a ) Vi è una cafa a Sign , in cui gli Spiriti facevano le loro ricreazioni, e qualche infolenza agli abitatori , ma da che vi abita un Medico fpregiudicato fono fva-niti . Fuochi fatui. I fuochi fatui una volta, credo io, mettevano in fomma coite r nazione i Morlacchi. Ora i fuochi fatui, o ila candelette, come dicono effi, fono fegni, che ivi iìenvi le anime di alcuni morti , fe il color de’ fuochi è turchino, ovvero fegni che ivi fieno de’ Tefori, fe il color è roifo ( b ) Nullaoftante però, che ( a ) Plin. lib. 7. Ep. 2,7. ( b ) io fui più volte chiamato a fcavar de’tefori ne’luoghi , dove fi offervavano i fuochi fatui , ma ó fempre rinunciata, una tal felicità ai frenetici. Non fi può efprimere quanto fia radicata negli animi di alcuni la fciocca avidità di cercar te-iori, e la pazza credenza di faper , dov’ efli efiftono per mezzo di alcuni fegni, inventati da birboni , e confcrvati da’ fuperftiziofi . E’ cofa piacevole da una parte il fentirfi raccontare i delirj di alcuni fcava tefori , che fi lagnano del Demonio , che loro rapì fui più bello il teforo ritrovato , Per