DE’ MORLACCHÌ. i7y alla varietà de’ prodotti, quella è una cola, che non à bifogno delle mie prove, e fembrerebbe una folenne feccatura il trafcriver e cicalare le cofe dette, e ridette, copiate, e ricopiate fu quello proposto,che non fervono di veruna utilità. Utilità farebbe il metter in pratica ciò, che ànno già fperimentato , ed infegnato agli altri molti celebri Proiettori di Agricoltura. In molti modi furono coftretti i Morlacchi infino ad ora alla coltura della terra, ma neifuno viriuicì. Nulla valfe lo zelo dell’Eccellentijjtmo Troueditor General Carlo Contariniy per far loro comprendere l’utile di quella. EiTo ficcellentijpmo General faceva loro provvedere feminagioni di varj prodotti, e fenza verun aggravio li confegnava ad e ili loro, perchè ne facef-iero ufo, ed indi ritraeffero tutto il poilibile vantaggio. Ad onta di aver veduto col fatto l’utilità de“ prodotti, che potrebbon avere , ceiTato lo fprone , celiarono di approffittarfi, e tornato nell’antico letargo. Di neffun momento è l’efempio, acciò i meno pregiudicati poteifero fervir loro di norma; anzi quel eh’è peggio, chi voleffe coltivar la terra con guflo differente, farebbe (oggetto ad incontrar non leggieri difavvantaggi. Se uno faceffe una buona piantagione di alberi, abbiamo veduto qui fopra, che i Morlacchi non fono contenti, fe non li ànno {terminati infino all’ultimo. La Pubblica Sovrana Provvidenza, che feppe leggere ne’ cuori sì ilravaganti , ordinò a chiunque poffiedeiTe terreno di dover piantare due alberi per lo meno in ogni Campo. Non vi èlacen-tefima parte che li abbia piantati. Converrebbe dunque cercar altri mezzi, per far efeguir le Sovrane deliberazioni, affine di non cafligare la Nazione intiera. Rifleifi molto puerili mi fembran quelli , che Z l’uni-