DELLA CETTINA. 41 è da temere, che un giorno il Fortis venga riprefo di non aver ben efaminàti i vefligi, ed allora e’ farebbe tanto meno fcufabile del Lucio , e del Gliubn-vahy quanto maggior differenza pafTa da effi „ che „ non ben conoscevano la contrada , che giace fra Skradinski-Siap, e le marine di Zara ( della qual „ erano, mentr’effi vivevano pofleditori i Turchi ) “ al Fortis, ch’ebbe l’agio di viiitarla perfonalmente. La impoffibilità poi, ch’ei mette di condur l’acqua dalla cafcata di Scardona a Zara vecchia è l’altezza de' Monti intermedi. ( a ) Ma ciò vedranno quelli, cui l’apparenza non puote comandare, e de’ quali la Scienza delle Matematiche è 1’ unica Profeflìone , nè il mio debole intendimento permette di mefcolarmi« vi. E ritornando all’Acquedotto di ^ASquum , il For-Tis s’ingannò di gran lunga dicendo,che ,, fudi un fianco della collina di JEquum fù anticamente un Anfiteatro, non molto grande, per quanto apparifce dalle di lui rovine, circolarmente difpoile , e ricoperte di terra, e d’erba. “ Quefte rovine non fono altro, che vefligi dell* Acquedotto , che fi divide in due , e nefiuno può Caperlo meglio di me, che m’internai ilrifciando, come una bifcia colà dentro con unafcheggia diiapino in no. La imboccatura dell’Acquedotto non è tanto fpa-ziofa, che un uomo poffa entrarvi a quattro mani , fenza molto difagio , come afferifce il Fortis , ma quella ch’eiTo vide era tale, e qualche paifo più innanzi di quel , che lo è al preiente, e l’acqua, che vi palla va , fi poteva dir un piccolo Fiumicello. $. VII. { a ) Voi. primo pag. 14. F