232 VITA alquanti anni prima madacrar un Tuo fratello , a motivo di cui Socivizca come vedemmo , ii addofsò la indignazione de’Turchi. Dopo edere flati podi in. prigione, ben cudoditi Socivizca, ed i fratelli , furono loro propoite due condizioni , o faril Turchi , 0 lafciar/i impalare . Eifi, cui non ben piaceva que-da ultima gentilezza , ii lafciaro più tolto circoncidere, e Socivizca preie il nome d’Ibraim. .l'due fratelli col tempo furono cavati dalia prigione, ed uno di edì era fatto Agà, titolo di qualche onore predò 1 Turchi. Ma l’Agà dimò meglio di rinunciar un tal onore , e di fuggirfene : Io dedo fece l’altro fratello. Allora il Paisà fece raddoppiar i ceppi a So£:-vizca con più geloiia, onde non gli rimaneifefperan-za immaginabile di liberarfene . Fingeva Socivizca d«l eifere diventato un buon Turco, ma ciò non badava. Egli che nella prigione ideila orgogliofamente parlava per lo avanti co Turchi , erafi refo docile ; ma neppur ciò era badante per la fua liberazione . Un giorno facendo i fuoi foliti dialoghi co’ cudodi r- della prigione, dide . „ Non mi fpiace già di edere ,, condannato in prigione O’ commeifo de’ delitti „ „ e me la ò meritata. Ma la quantità del foldo fot-ferrato ne’Monti, e dato ad impredito a’miei Na~ „ zionali mi dà folamènte a cuore. Se il Pafsà vo-j, lede potrebbe ricuperarlo . E’ certo , che fenza 5i di me non lo potrà rifcuotere , poiché può negar ciafcuno di averlo avuto ,, . Le guardie con fcrama premura riferirono quedo difcorfo al Pafsà . El- io avaro per natura ( come Io fono comunemente i Turchi ) comandò, che Socivizca fi conducefse fcor* tato da dieci Turchi da per tutto, ove addita de il denaro fotterrato . Pafsò Socivizca per molti luoghi, ove diceva di aver podo fotcerra il foldo, e non ii tro-