DE' MORLACCHI. 143 meteiTe ad uno cóntro Tuo genio , ella itabilifce di fuggirtene con l’altro, che più le piace , e quindi ànno origine i ratti, e forfè ne'tempi rimoti i duelli de’pretendenti, quali s’erano Conti, o Bani facevano nafcere anche una zuffa tra i loro feguaci di corte, quando foife vero ciò, che leggefi nelle canzoni , da non molto tempo compilate del Padre F. ysfndrea Cadcibc Mio/ftcb da Makarska , che nelle cofe le più ferie, ed coattamente I(loriche avrei rimorfo di citarlo. Ma pare, eh’ egli fi Zìa adattato al coitu-me del fuo ceto , che nelle cofe Iiloriche vi meico-Ia fempre il meravigliofo , ed incredibile . Nullao-ilante riportiamo una delle fue canzoni in proposto di zuffe , che fuccedevano tra i pretendenti di una fanciulla, che farà più acconcia a queiloluogo, che quella, che riportò il Fortis , cui oltre le rifa de’fanciulli per la fua poca ventimi glianza, an-ch'efatiihnia non proverebbe , fe non fe i oiochi , che ufavano anticamente gli Slavi ne’tempi Nuzzia- li. La canzone, che io traduifi dall'illirico darà luogo ad una digreffìone . O’ procurato d’incontrar il fentimento dell’Autore , ma non Co no flato intieramente attaccato alle parole. Giunto era il tempo, quando dar dovea Giorgio Cailrioto fua Sorella a Spofo Topich, dell’Albania Ban, ed Eroe: Da gran Signor fe’preparar le nozze 9 E gran Signori alle fue nozze invita, E Bani, e Conti d’Albania più fcielti . ,, Tutto è compiuto ormai: AI gran convitto „ Già s’incammina ognun: Fra l’allegrezza „ Alternando de’balli, e canti infieme ,, Si pafla il tempo. “ Ma allorché Bacco ai Svatti Di fuo furore rifcaldò li petti Fra