i34 D E’ C O S T U M I te, ( nel che confitte la bravura di chi è capo della danza ) ed ora viene convertito in eliffi , ora in figura della lettera S , ora in un modo , ed ora in altro. Si divide alle volte il cerchio in tante copie a due a due, mafchj, e femmine, e fi pregia chi più refiile a far de’falti fperticati, c a quello fai tare. di-cèfi skocgi gori, cioè falta fu, non [aiti alti come traduce il Fortis. Veramente il trafporto de’ Morlacchi per quefla danza è ecceffivo, ma non la. intraprendono giammai mal pafciuti, e fianchi, com’è di parere il Fortis. Ma come ànno ad eifere mal panciuti, fe non fi danza, che ne’tempi delle maggiori feflività,. e chiaifo , vale a dire di Natale , di Carnovale, nel tempo di Nozze ec( Dal che fi può far anche una veridica deduzione, che le danze de’Mor. lacchi fono utili al corpo per la digeflione della flrab-bocchevole ripienezza dello flomaco , che in quelle occafioni fenza dubbio fuccede, ed à tortoci Fortis di credere , che producano malattie infiammatorie. I givochi de’ Morlacchi fono atti a renderli agili deliri, e forti , e perciò non dovrebbero eifere mal' intefi.. L’agilità confitte a chi fa correr con più velocitai la deftrezza a chi falta più da un luogo all* altro ( e fi trovano di quelli, che faltano dodici piedi Geometrici ) e la fortezza a chi fcaglia più lontano una pietra , che con iftento fi leva da terra . Confervanfi ancora nel loro primiero flato i givochi delle gioflre, e de’cavalli, che ne’ tempi remotiffimi ancora fi ufavano fra’ Morlacchi , ma i givochi di palla, di truco, e molti altri più non fi fa cofa fieno. ( a ) §. XVII, ( a ) Ovidio, che con molta precifìone dcfcrifle alcuni coftumi de' Peti ?