DE’ MORLACCHI. i97 perftiziofi, che non mancano divederle colla propria fantafia. I domicili delle ftreghe Scoine in aria fono i nugoli neri ) così in terra fono gli alberi delle noci , onde convien guardar/i anche da quefti . ’Anno oi-ièrvato per vero dire i Morlacchi , che molti , che dormirono fotto un albero di noci , perirono miié-ramente. La caufa di quefta mortalità fenza dubbio fono le ftreghe. I Filoiofi trovano, che fono I’ efa-lazioni delle noci, ma i Morlacchi non fono Filoiofi. Ma fe le ftreghe fanno del male agli uomini , vi à da eflere chi fappia liberarli da quefto male . Lafciamo a parte i Zapifi , de’ quali diremo in fine di quefto paragrafo, vi fono le Baornizee , che prefervano dalle ftreghe, purché fieno pagate . Mi fu detto da una di quefte, che quando le ftreghe mangiano il cuore, il rimedio efficaciffimo è di mangiar un bovolo arrofto, che allora il cuor torna a rina-fcere . Laonde per effer ficuri da qualunque malia , convien farfi amiche le Baor}ùz,ce. Ma chi ricorre ad efte loro ( com’ é ben giufto) non può eifere aflolto da’Padri Zoccolanti, e la ragione è chiara . Quefte Baornizce, che prefervano dalle ftreghe , poftono ef-> fere altro, che ciò, ch’era la Dea Carna de’Gentili, che teneva lontane le ftreghe dalle culle de’ fanciulli ? Era tenuta in fomma venerazione préifp j. Romani Trima dies tìbi Carnei datar: Dea. carnidis bue eft; Rumine claufa aperit, cJaudit aperta fuo. Non merita la pena di raccontare infinite altre feioc-chezze intorno le ftreghe, che vengono credute da’ Morlacchi, poiché elleno non fono altro , che quelle iftefle, che fi leggono preflo gli Autori Latini .