122 D E’ C O S T U M I ne ( a ), e maniche in un tempo ileifo, e prende varie denominazioni , fecondo il vario colore della ra-fcia, che vi domina. Se il color della rafcia è turchino, Ci dice Modrina> fe la rafcia è bianca , fi chiama Bilica, ec. Quindi è chiaro, che il Fortis con poca efattezza le dà il nome aifoluto, e folo di Madrina . La gonnella è aperta anch'eifa lungo il petto iniìno alla fafcia, ed agli orli di quella apertura fuol eife-re Iiftata di icarlatto , cui per maggior ornamento» iovrappongono conchigliette , bottoncini di llagno cuoricini di ottone , od argento , ed altro a capriccio. La fafcia, con cui cingono le anche, largaquat-tro pollici in circa, e più ancora, talune la portano femplice, e talune bizzarramente fregiata. Ella è per lo più teifuta di lana roifa, ma viene fatta anche di panno de’varj colori. I fregi della fafcia fono le fo-lite conchiglie , o bottoncini di ilagno , o ciò che alle Morlacche viene in capo. La fafcia non è liila-ta lungo gli orli , ma i fuddetti fregi , come tante linee paralelle in qualche diftanza l’una dall’ altra comparifcono attraverfando la larghezza della fafcia ileiià, non mancandovi alle volte una, o più croci contro il nocumento delie ftreghe , od altri Spiriti maligni. La cintola, cui danno il nome di pregaga , che traverfa la gonnella fotto la fafcia, è teifutta di lana de’varj colori, ed alle volte di tutti i fette, e forpaifa ordinariamente la mezza gamba . Ufano attaccare alla cintola una ilrifcia di cuojo , dalla cui eftremità pende un coltellino un po’ torto verfo il fine, ( s ) Le pettine fi ufano pochiffimó in Morlacchia al prefente i eccetto il Contado di Zara, ove pure non v’ e grande ufo? in »ltri luoghi non è sì facile il vederle adoprare.