DELLA CETTINA. 17 la, da cui fi eramo traviati per veder queftatetriflima Catacomba, a cui in ncilun modo può paragonarli , quantunque tetro anch’eiTo il luogo della Caverna , che vifitò il Fortis, cui dà il nome di vero tratto dell*inferno di Dante , attiflimo a ruminar le trifliffi-me notti di Joung. Pria di pattar da quefta all’altra Sala s’incontra a deftra una Colonna, alta Tedici piedi in circa, attorniata da varie Temi-colonne, e pani di Zucchero, ora candidiifìmi, ora nero-candidi fparfi tutti all’intorno, e fembran fpuntar dalla terra, e vegetar a guifa delle piante. Tutti quefti pani di Zucchero Tono più gr-oiiì ai fondo, che verfo la cima, ma Topra di efli pendono altrettanti corrifpondenti, che lafciano cader perpendicolarmente le loro goccie, di cui buona parte convertendoii in Corpo Tolido fa, che col tempo i pani di Zucchero ileifi diventino tante Colonne . Penetrammo dopo ciò in una Sala di paifi ventiuno di lunghezza, e Tette di larghezza, proporzione troppo eTatta,Te fi rifletta alla coftruzion del cafo . Ma l’altezza irregolare del volto, ove di due paifi, ed ove meno, non corriTponde al refto della opera. Quivi per le anguftiffime fenditure di ftrati diiequili-,brati non in gran copia pendono all’ingiù alcune cannette degli flilhcidj col iolito forelino nel mezzo. Si oiTervano però degli Arati dalla parte deftra di quefta Sala pofti in ordinata politura orizzontale . Due Colonne, che fono fui finire di effa, e che formano una rozza porta, furono a me per ben tre volte,che qui m’internai, le Colonne di Ercole. Dico Colonne di Ercole, poiché neffuno ardiva di oltrepaffarle, anzi per meglio dire di calarfi da un altezza di circa fettanta piedi. A fiffar bene gli occhi al baffo, la difficoltà di calarfi fembrava dieci volte maggiore di C