DE’ MORLACCHI. 189 §. XXV. Superjlizioni. * SE i Morlacchi fono attuffati nel profondo della ignoranza, come abbiamo rimarcato alrrove,non farà meraviglia, che fieno anche fuperitiziofi: ma le fuperftizioni fono, come le mode.- cangiano da pae-fe in paefe, da Nazione in Nazione ; iì annullano in un luogo, e cominciano ad aifere in voga in un altro. Elleno fono quali all’ultima moda fra Morlacchi . /i ^ „ . . Serpente . Fra tutte le meraviglie, che io IeiTi ne’ libri antichi, e moderni intorno il Serpente, gran Dio dell’ antichità, non v’è la più ftrana di quella, che fi fente rifuonare per le bocche di alcuni Morlacchi . Vi erano da principio, dicono eifi, tre Soli , il ca-lor de’ quali era ecceffivo, ed il Serpente non potendo foffrirlo , fi avvisò di forbir i tre Soli , ma non gli riufcì di forbirne) che due, e mezzo, onde il Sole , che illumina il Mondo non è altro , che mezzo, fecondo eifi. ( a ) . Ma fe di un mezzo Sole non fi può foffrire il calore nel tempo di State , è certo, che il calore di tre Soli farebbe più infof-fribile ancora, ficchè in certo .modo a loro parere era ( a ) I Parelj , che i Morlacchi chiamano slipi Sunui , cioè Soli ciechi, fono quc’Soli, che afforbì il Serpente.