DI SOCIVIZCA. 257 a* do , poiché non fi fa da chi guardarli. “ E’ co-fa degna da efTere offervata, che Sociuizca, dopo tanti flrepitofi ipogli, e macelli delle Caravane Turche, non foffe Padrone , quando fi mife al quieto vivere, più di fecento Zecchini in circa , i quali , come ora vedemmo , dal Calogero fuo Confeilòre , e parte dal fuo cugino furongli depredati . Ma queflo è , che quelli , nelle cui mani reflano deportati , fe ne prevalgono , e a ben confiderare gli affaffini , che arrifchiano la vita , ànno fempre la minor parte de’Ioro bottini , anzi al fine» de’conti reflano mi^-ferabili. Queila miferia, che fcoprivafi negli antichi Ufcocchi , che depredavano inceiTantemente , e per mare, e per terra , fpogliando ora quefto , ed. ora quello di conilderabili fumme di denaro , fece credere all’acuto Politico Fra Paolo Sarpi che vi fofTe chi teneffe loro mano, (a) L’indole degli Ufcochi è pafTata negli Aiduzci de’noflri giorni, colla differenza, che quefti ultimi fono in minor copia, e per quel che il fa, non arrivano mai al numero di trenta, nò tolgono a viva forza, fe non in fra’Monti , c maflacrano più volentieri i Turchi , che i Criflia-ni, e al contrario gli Ufcocchi fpecialmente ne’tempi ultimi delle loro Piraterie , non rifpettavano nè Religione , nè Nazione . Sofivizca 1’ avea folamente _Kk_ co’ < a ) Se un Morlacco accetta in cafa uno, o più Aiduchi , in fìmil cafo eflo non tiene loro mano , e 1’ accufarlo di complicità farebbe un diilaccarfi dal retto penfare. Ma quelli, che fono indurati nella opinione di creder complici i Morlac-chi, che ricevono nelle loro capanne gli Aiduchi , mi dicano, fe ( feparati per così dire dal commercio intiero delle popolazioni ) venifTero eifì vifitati da una partita di Aiduchi, darebbono loro accetto nelle proprie capanne, o no? La ragione naturale abbaitanza c’iniegna quel, che ognuno , farebbe in tali incontri,