DI S O C I V I Z C A. 247 ricorfero ali’ Eccellentiffimo General della Dalmazia , inibindo ne’ modi più urgenti, acciò lo facefTe prendere, e ammazzare. Ma come fi può prendere , od ammazzare un uomo in un luogo, dove noi v’è# lTur-chi lo volevano in Dalmazia , e Tempre fi udivano Tuccedere le Tue ruberie in Turchia. Era il nome di Socivizca divenuto così terribile preiTo i Turchi, che come i fanciulli di tutto tremano nelle tenebre, o come i Tuperftizioii , che credono di vedere fantaf-mi, o fpetri , che fi fingono colla loro immaginazione, così i Turchi credevano di aver Tempre So£i-vìzca avanti gli occhi . Ma la forza degli Ottomani non potè venir a capo di aver nelle mani uno , che gl’infultava entro i propri confini? La fcaltrezza con cui fi diportava Socivizca faceva riufcir Tempre vani tutti i loro tentativi . Un giorno era capace di ammazzar un Turco in un luogo , ed un’ altro effer-ne per cinquanta miglia difcoilo . Viaggiava di notte , e ripofava di giorno , e nel giro di dieci giorni Tcorreva alle voice pili centinaia di miglia . Qua faceva uno Tpoglio , e là un* aiTaifinio , e mentre fi andavano divulgando le Tue prodezze per ogni parte, fi Tofpettava talotta, che elleno TofTerodi pure chimere. In tal guifa non fi Tape va mai dove cercar quefto Proteo, che cangiava ad ogn' iftante fìtuazio-ne. Faceano la ronda le Guardie Turche pe’Monti sì di notte, che di giorno per cogliere, Te foffe pof-libile, quefto nocivo animale, ma Tempre in darno . Eravi un Turco nomato Curbek, che per ifprezzo dava il nome di ftanislava a Socivizca, . Puoffurbacco! Simil oltraggio Socivizca non poteva Toffrire, e fremeva dallo fdegno, per non poteri! vendicare . Ma incontrati il una volta a cafo Socivizca con fei foli compagni, e Curbek con venti, fi azzuffarono fieramente# e qua-