228 VITA compagni, cd uccifo un altro Turco , gli altri cinque mi fero in fuga . La Caravana , che veniva in leguito era troppo numerofa , nè volle arrifchiarfì SogivtTicadi dark ulterior impaccio, e feaveife avuto più compagni feco , allora fi poteva fare una groiTiifima preda. Dopo quefto fatto tornò ad Imofchi ove vif-fe tranquillamente per nove anni in circa dedito alla mercatura , eccettochè fi dilettava di quando in quando ammazzar qualche Turco per diporto. Ma uno de’fuoi fratelli iì compiaceva di girfene co’più feroci Aiduzci ad infultar i Turchi, e tra gli altri vi era il famofo Tezcirep, che fi prendeagioco d'impalar vivi i Turchi ftefli , ed arroftirli. A quefto però fu refa la pariglia , allora quando i Turchi Io prefero, e edificatogli un palo per di dietro, iì dice, che ila viiluto tre giorni fullo fteifo , ma fem-pre ugualmente fiero, e per moftrar, quanto fprez-zava la morte fui patibolo fumava del tabacco . Il fratello di Soeivi%ca eraiì fatto Pobratime con un Morlacco Greco, fuddito Ottomano. Quefto perfido Greco feppe fingerli amicizia così grande > che lo perfuafe di andarfene feco a cafa propria, poco lontana dai confini d’Imofchi , e trattatolo con tutta la ofpitalità Nazionale , ed ubbriacatolo bene , Io configliò di colcarfi per ripofare un poco . Intanto effo corfe ad avvifare i Turchi, e per l’ avarizia di brufear la mancia, confegnò 1’ amico nelle loro mani , che io conduifero al Bafsà di Travnik . Il fratello di Socivizca , come puoffi ognuno immaginare, fu tormentato da’Turchi per otto giorni continui nc’modi i più barbari, ed i più atroci. Arrivato agli orecchi di S’ociuizca il cafo tragico del fratel- lo , e non effendogli noto precifamente il cafo, andò a prender le informazioni dal finto fuo Probati- * me,