58 del corso ovali di tante bacchette incroccichiate, ed intralciate con un’apertura conica nel mezzo, e le fi pongono in diverti iiti nell’acqua. I pefci, che van guizzando peli’acqua s’imprigionano inavvertentemente nelle caneiire, e non poiTono più liberarfene. Quefleca-neflre famigliano, a mio credere, ai Lavoneri , che li adoperano nelle Lagune dell’Adriatico , e che ,, fo. „ no que’ricinti di canne, come dice ilFortis, mae-51 fievolmente piantate, ne’quali internate, che lie-,, no le Anguille ( od altro pefce ) non trovano più „ il modo di ufcirne. ,, Rovine della Città di JEquuto* N miglio , e mezzo in circa più fotto a Ru-> min vi fono le rovine di Ove antica- mente forgeva quella Città , non iì vedon a prima vifla , che cefpugli , ed erbe . Qual cangiamento ! Ella era piantata poco lungi dal Fiume , fopra una collinetta, non molto elevata, e da reffidui di grof-fe fondamenta di mura , fparfe in qualche luogo all’ intorno comparifce, ch’ella è fiata molto eflefa . Se fi eccettui un pavimento alla Mofaica , che fi trova pochi palmi fotterra, ed un acquedotto , di cui di-rem più innanzi t altre vefligia non ci reftan delle fabbriche Romane, nè fi può prefumere di poter trovar gran cofa anche fcavando , da che innumerabili Lapide con pregevoli Ifcrizioni furono tutte impiegate nelle fabbriche delle Cafe di Sign. I Morlacchi fcavando pietrame, trovarono fei anni fà una Lapida, dedicata ad un uomo di gran merito, e fembra, die fi a fiata eretta ai tempi di Trajano. „ La barba-. §. V L ra