i3B DE’ COSTUMI ro flato dell'uomo, e chi lo abbandona non fa, che degenerare miferamente. Sogliono gli amanti di far alle pugna, fenza peraltro fàrfi del male, e quello ò uno fcherzo amorofo 4 e per tutto dire, le loro tenerezze fìnifcono tutte in abbracciamenti , bacj , e giochi di mani, in vece di corbellarli con le dolci paroline tu fe il mio [ole, la mia, vita, [enza te non potrei vivere, ec. ma loro mancano quefle ufanze delicate, per non effere colti. Si radunano nel tempo di Verno, ora in una ca-fa, ed ora in un altra, ove fanno le loro convenzioni . Quelle converfazioni fono conofciute fotto il nome di Trelo, che corriiponde al Filone della Plebaglia d’Italia. Vi concorre fempre un buon numero di giovinotti d’ambedue i feifi , ed ivi , od alla, cura della greggia per Io più principiano i loroamo-ri. Perchè feguiti tra gli amanti una dovuta corrif-pondenza , fi fanno de’regali vicendevoli di poco conto . Le femmine eccedono la generofità de’ mafchj ne’regali, cofa affatto contraria ai coflumi delle Donne civili. Effe vi ricamano col più fquifito guflo , che poffono fcarpette, ed altre cofe di comun ufo, per prefentarle agli amanti5, e così feguitano infino a tanto , che dura l’amore* Gli amori non finifcono frequentemente in ratti fecondo l’afferzione del Fortis, ( a ) le non in ca-fo, che foffe impedita la congiunzione di due amanti, che fi amano daddovero . I ratti non fi fanno fenza l’accordo d’ambedue le parti , ma il mafchio non fa il ratto fenza il confenfo de’ fuoi parenti . All’incontro la fanciulla per la ripugnanza, che anno fa) f'ol. x. pag. 68.