,22 DEL CORSO le Caverne. Credono, che in cadauna di effe abitino le Fate , che mangiano i cuori de’bambolini, o i Demoni alla cultodia de’Tefori ( a ) . Ma delle aiTurde opinioni intorno le Fate, e della fciocca avidità degli fcava-tefori fi dirà a luogo più opportuno. io non farò parola alcuna della Caverna viiitara dal Fortjs, cheche io ila flato più addentro di lui . O’ voluto folamcntc mi furar la i’ua efleafione , ed il viaggio fotterraneo, fin dove io giunfi, non eccede cento, ed ottanta palli Geometrici . La vafca > cui il Fortis, oltre la lua naturale bellezza, fcppe qualche poccolino adornare colla fòrza del dire , mi e fem-brata degna di ciìere fcavata , e con ferva ta ( b ). Non faprei indovinare, com’effo poi incorfo iia nello sbaglio di dar origine, o comunicazione alla Cettina col Lago di Bujco- Blato ( c }. Se ciò fi poteife dare, paf-ferebbe per verità anche quel veriò di Ovidio In ( a ) Leggali il Fortis ( p. 1J9. Voi. z. ) e fi vedrà , clie anche qualche P. Zoccolante à di quefte fuperllizioni. ( b ) „Il pili curiofo, non il più frequente fcherzo, che vi fi >> ve£ga> fono certe vaiche fatte a foggia di gran conche em-3> bricate, una delle quali , che io ò particolarmente oiTer va-j> ta, à gli embrici oltre mezzo piede larghi , ed affai ben 3j configurati. Quelli non pofano già fui fuolo , ma dal cen-j, tro della conca partono curvandoli all’ infuori ; la conca non i groffezza maggiore di quattro dita, ed è capace di mole’ a, acqua, imperocché à oltre due piedi, e mezzo di lunghez-,, za. Non fi potrebbe dall’arte efeguirc pezzo più bello per ,, decorarne una fonte y o una grotta di giardino ; dall’ arte ,, dico, che la Natura voleffe imitare, non adornarla . Fortis Voi. 2. pag. 67. ( c ) Voi. z. p. 71.