DE’ M O R L A C;C H I. i<5<> Si quis in bac ipfum terra pofuijfet Homerum, Ejfet, crede nubi, faflus ejt Me Getes. Pont. 4. Ep. .2. La iteflTa ragione potrebbe valere per i più colti Dalmatini, che non poflono eiTere virtuoiì al paro di quegl’italiani, da cui vengono riputati ilupidi per natura. Eill fi confolano peraltro, che da gente cosi ilupida fieno provenuti degli uomini, che anno meritati gli elogi delle più colte Nazioni. E per tacer degli altri, Marco Antonio de Dominis , ed il vivente Rogerio Bojcouicb ex-Gefuita, nativo di Ragufl , oggi-mai , fé non il primo , uno de’ primi Matematici di Europa , fono due lumi , che provano abbaflanza , quanto fi poiTano perfezionare le difpofizioni naturali de’Dalmatini, pur troppo sfortunati , per non a-vere i mezzi neceffarj, per dar prova del loro talento. Io peraltro non dirò mai, come chimericamente ebbe a fcrivere taluno, che una volta nella Dalmazia regnavano leScienze più di oggi giorno. No;Il buon guilo delle lettere s’introduffe da pochi anni in quà nella Città di Spalato, e fi va introducendo fempre più, ed anche diffeminando per tutta la Provincia . E’poco tempo, da che 11 depofe la FilolofiaAriilote-lica, e che il apprefe il novo metodo di filofofare . L’unico difetto, che vi potrebb’ eiTere flato , e che qualche poco ancora fuffifte il è ,che la Fifica moderna s’infegnava, fenza che gli Studenti fapeifero gli elementi di Geometria. Ma quella è poca cola nella Introduzione di una nuova Scienza. Quefto non è altro , che infegnar a leggere a chi *non fa l’alfabetto . Non voglio più dilungarmi fopra le Scienze de’ Dalmatini , poiché nella flefla brevità , che parlai , vi potrebb’ef- Y fere