244 ^ V I;Tj AE ,L fercito, e del valore de’ Cartaginefi . Dopo due ore all’incirca d’intervallo , che fu fparfa la nuova fra’ Turchi del fatto barbaro, ed inumano di Sogivizca , lì unirono genti da tutti i contorni, e a piedi, ed a cavallo gli uni pe’monti, e gli altri pe’piani li mifero ad infeguirlo. Socivizca, che non mai ciò s’ immaginava, fu trovato in un bofeo con tutti i compagni , che lì diedero uniti ad elfo ad una velociflì-ma fuga. Non lì fiancarono i Turchi però di dar loro la caccia, ed oltre cinque feriti , ne rellò uno morto degli Aiduzci, cui femivivo ancora il proprio fratello tagliò la tefla, perchè non aveffero i Turchi la compiacenza di edificarla fopra un palo in fegno d’ infamia. Si falvarono gli Aiduzci aMetcovich nel Primorie, infino a dove furono Tempre infèguiti da’ Turchi. Efii deggiono molto alle loro gambe , per aver loro quefla volta procurato lo fcampo. Socivizca fi divife dai compagni . Il folo penfiere de’Turchi era di trovarlo, ed ucciderlo. In Dalmazia era ancora meno licuro , che in Turchia . Eifo paffava de’ meli intieri ne’ più orridi riportigli delle Caverne in una perpetua folitudine. Speffo languiva dalla fame pel timore di non efiere veduto entrare , od ufcire delle caverne fleffe, per procacciarli il vitto , Diretti tu , che quello è un’ Eremita , anziché un’ aiTaf-» fino di ftrada . Di quando in quando però non po-tea a meno di non andar a trucidar qualche pajo de’ Turchi. In quefto frattempo il Paisà di Travnik , per aver tiranneggiati troppo i fudditi fuoi, e per a-* verfì ideato di faccheggiar il Moftar , fu chiamato a Coftantinopolr, ove fi crede, che gli fia flato reci-fo il capo . Avea quefto Paisà, detto Kukavizca , u-na beila moglie, cne in taTincontro era gravida. Ef-fo la cedette ad un’altro Turco col patto 3 che quelli* /